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mercoledì 11 gennaio 2012

Commento al Salmo 118 di Sant'Ambrogio

Dal Commento al salmo 118 di sant'Ambrogio.

Op. cit., sermo VIII,7. PL 15,1296‑1297.
Pietro, spiegaci cosa sia questo possesso che affermi di avere, tu che hai detto di aver lasciato tutto. Così infatti hai parlato al Signore: Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito. In altri termini: noi non abbiamo cercato i beni di questo mondo, non abbiamo desiderato di aver la nostra parte di proprietà, ma abbiamo scelto te come nostra sorte.

Dunque, tu, Pietro, hai già lasciato quello che avevi. Da dove allora ti è venuto quello che dici di avere? Lo storpio si alza e si regge in piedi al suono della tua voce: doni la sanità agli altri, proprio tu che avevi bisogno di cure per la tua salute.

Dunque hai lasciato quello che avevi e hai ricevuto quello che non avevi. La tua parte è Cristo, Cristo è per te ogni possesso, il suo nome è la tua ricchezza, il suo nome è il tuo profitto, il suo nome paga per te i tributi e tributi di valore, perché non sono in denaro ma in grazia. Conserva­ti la parte che hai scelta: è una sorte che le ricchezze terrene non possono uguagliare!

Che cosa potrebbe esser dato ancora a coloro ai quali Dio dice: Abiterò in mezzo a loro e con loro camminerò?

Che cosa mai c'è di più splendido che ospitare il Cielo? Quale felicità più grande che possedere Dio? Gli altri si lamentano dell'esiguità dei loro campi; in te Dio trova un podere vastissimo, dove egli dice di passeggiare, cioè di trovare largo spazio per abitarvi, lui che contiene nella mano tutta la terra. Sta scritto infatti: Chi ha misurato con il cavo della mano le acque del mare e ha calcolato l'estensione dei cieli con il Palmo?  Tu sei un’ampia dimora per colui davanti al quale tutto il mondo è come un nulla. Mia parte è il Signore lo dice il martire. E noi per lui viviamo, se è una gloria morire per lui.

http://www.radiomater.org/it/wr/str_mp3.htm