Post più popolari

venerdì 31 gennaio 2014

Dio creò l'uomo . . . . .

Dio creò l'uomo a sua immagine e somiglianza nella più assoluta castità e perfezione. Nel suo amore infinito Dio lo creò  libero di fare o di non fare la sua volontà. Nella sua innocenza primordiale l'uomo possedeva già la pienezza della vita ed era colmo di ogni virtù e grazia.
Viveva alla presenza di Dio, <ogni bene sommo bene> (lode a Dio altissimo di S. Francesco) e nessuna mancanza poteva turbare il suo animo.
La presunzione umana di voler varcare  l'invito-comando di Dio (quanto ti ho dato è perchè tu possa vivere sereno e in pace per l'eternità) manifesta già l' opera della tentazione diabolica che allettò Adamo. La tentazione si presenta appetibile sembrando qualcosa di innocente e buono, ma poco dopo averla soddisfatta rivela tutta la sua malvagità. Ecco la disobbedienza: <... ma dell' albero della conoscenza del bene e male non devi mangiare, perchè, nel giorno cui tu ne mangerai, certamente dovrai morire> (Gn 2,17). Nel trasgredire tale comando divino l'uomo consentì alla tentazione di albergare nel proprio cuore. Il semplice pensiero che può apparire banale si muta in azione peccaminosa e dannatrice.
Con profonda tristezza si nota  l'uomo di oggi, ovvero dei “tempi moderni", così premuroso del proprio corpo che ricorre a sport estremi, diete ricercate, farmaci, chirurgia plastica ecc.. pensando di “rimanere eternamente” su questa terra. Di cosa si è dimenticato? Di essere creatura di Dio e della sua anima! Si è dimenticato di curare e di formare la propria coscienza. Chi si preoccupa di "curare" il proprio spirito se manca questa consapevolezza? Soltanto ritornando alla sequela di Dio Padre, e fattosi uomo in Gesù, l'uomo nella Fede, della Speranza e della Carità ritroverà la vera gioia esistenziale e potrà vincere la battaglia con il “principe del mondo”.
Pace e Bene!




venerdì 24 gennaio 2014

Francesco di Sales Introduzione alla vita devota ( Filotea )

San Francesco di Sales dice: « La sola carità ci mette nella perfezione; ma l'obbedienza, la castità e la povertà sono i tre grandi mezzi per acquistarla. L'obbedienza consacra il nostro cuore, la castità il nostro corpo e la povertà i nostri beni all'amore e al servizio di Dio. Que­ste sono le tre braccia della croce spirituale, fondate tut­tavia tutte e tre sulla quarta che è l'umiltà. Per diventare perfetti non basta fare i voti, ma bisogna osservarli. Seb­bene i voti mettano l'uomo nello stato di perfezione, tut­tavia, per l'acquisto della perfezione è necessario che sia­no osservati, essendovi una gran differenza fra lo stato di perfezione e la perfezione, poiché tutti i religiosi sono nello stato di perfezione e tuttavia non sono nella perfe­zione, come purtroppo si costata.
 Procuriamo di pratica­re bene queste tre virtù, ciascuno secondo la propria vo­cazione, poiché, sebbene non ci mettano nello stato di perfezione, ci danno però la perfezione. Per questo tutti sono obbligati alla pratica di queste tre virtù, ancorché non tutti debbano praticarle nel medesimo modo ». Es­sendo il distacco interno, l'unico essenziale, possibile in tutte le condizioni, « è un errore, un'eresia, voler ban­dire la vita devota dall'ambiente militare, dalla bottega degli artigiani, dalla corte dei prìncipi, dalle famiglie... Ovunque, noi possiamo e dobbiamo aspirare alla vita perfetta ».




giovedì 23 gennaio 2014

Alla scuola di Dio - Vita interiore Semplificata .

315. Alla scuola di Dio
- Non riuscirò certamente a raggiungere d'un tratto questa perfezione. Un primo sguardo ed un orientamento parziale e momentaneo dell'attenzione possono essere compiuti in un attimo; ma l'educazione di questa attitudine dell'anima, la sua chia­roveggenza, la sua stabilità sono necessariamente frutto di lungo esercizio, e tanto più lungo quanto più io debbo giungervi da lontano. Mi sono smarrito nelle vie della mia volontà, della mia agitazione, delle mie distrazioni, delle mie negligenze; non ho saputo ascoltare la voce di Dio, prestargli attenzione, interrogarlo; ed egli mi ha abbandonato ai desideri del mio cuore, mi ha lasciato se­guire le vie della mia immaginazione (cf. Sal 80, 12-13). È di là ch'io devo giungere. Come si arriverà a questa tranquilla attenzione? Per gradi. La pietà incomincia lentamente, con la fuga del peccato, per elevarsi fino alla consumazione. Poiché la volontà di Dio è la via che con­duce alla pietà, è chiaro che la via è in rapporto con il fine. Se vi sono dei gradi all'arrivo, è perché ve ne sono nella via. Dunque, all'inizio, potrò ricevere molto imper­fettamente l'azione divina. La mente, il cuore e i sensi sono troppo abituati a vedere solo la creatura in sé, e non possono perciò elevarsi subito a comprendere, gustare e raggiungere il sacramento universale dell'operazione di­vina. Ho qui un lungo e paziente tirocinio soprannatu­rale da intraprendere e da proseguire con una serena sin­cerità. E, per essere sicuro di riuscirvi, occorre che, da docile allievo, mi metta alla scuola di colui che è il mio unico Maestro.


                                                                La Calà del Sasso

http://www.radiomater.org/it/wr/str_mp3.htm