Vogliamo che gli altri siano perfetti; mentre noi non correggiamo le nostre manchevolezze.
Vogliamo che gli altri si correggano rigorosamente; mentre noi non sappiamo correggere noi stessi.
Ci disturba una ampia libertà degli altri; mentre non sappiamo negare a noi stessi ciò che desideriamo. Vogliamo che gli altri siano stretti entro certe regole; mentre noi non ammettiamo di essere un pò più frenati. In tal modo, dunque, è chiaro che raramente misuriamo il prossimo come noi stessi.
Se fossimo tutti perfetti, che cosa avremmo da patire dagli altri, per amore di Dio ?
Ora, Dio così dispose, affinchè apprendessimo a portare l'uno i pesi dell'altro ( Gal 6,2 ) .
Infatti non c'è alcuno che non presenti difetti o molestie; non c'è alcuno che basti a se stesso e che , di per sè, sia sufficentemente saggio. Occorre, dunque, che ci sopportiamo a vicenda, che a vicenda ci consoliamo, che egualmente ci aiutiamo e ci amiamo.
Quanta virtù ciascuno di noi abbia, ciò appare al momento delle avversità; non sono le occasioni che fanno fragile l'uomo, ma esse mostrano quale esso è.